GEEM (General Equilibrium Environmental Model) è un modello macroeconomico di tipo large scale progettato per l'economia italiana al fine di cogliere le interazioni tra le politiche climatico-energetiche ed il sistema macroeconomico in un ambiente microfondato. Il modello, sviluppato congiuntamente dal Dipartimento del Tesoro del Ministero dell'Economia e delle Finanze, e Sogei (IT Economia - Modelli di Previsione ed Analisi Statistiche), rappresenta uno strumento utile per l'analisi di politica economica in un set-up in grado di cogliere in modo coerente i collegamenti dinamici delle principali variabili macroeconomiche, le interazioni tra rigidità presenti nel mercato del lavoro e dei prodotti, gli effetti degli interventi di politiche climatico-energetiche sulla performance economica.

GEEM ha tre caratteristiche fondamentali.

In primo luogo, il modello incorpora elementi tipici della cosiddetta Nuova Sintesi Neoclassica, che unisce le caratteristiche alla base dei nuovi modelli keynesiani, come le rigidità nominali dei salari e dei prezzi, con le caratteristiche centrali dei modelli Real Business Cycle (RBC), tra cui l'applicazione sistematica di processi di ottimizzazione intertemporale e le ipotesi di aspettative razionali nel determinare il consumo, gli investimenti e le decisioni di offerta dei fattori produttivi (vedi ad esempio, Smets e Wouters, 2003, 2007; Galí e Gertler, 2007; Woodford 2003, tra gli altri).

In secondo luogo, il modello incorpora un settore elettrico tramite il quale è possibile distinguere tra fonti fossili e fonti rinnovabili (RES). A questo proposito, GEEM è in grado di simulare, tra le altre cose, la dinamica delle più rilevanti variabili economiche in risposta ad una progressiva riduzione dei limiti alle emissioni di gas serra o l’introduzione di sussidi che favoriscono l'uso di RES.

In terzo luogo, il modello contiene un settore dei trasporti in cui le famiglie consumano sia combustibili di origine fossile che biocombustibili. In questo modo, il modello incorpora settori soggetti al meccanismo di cap-and-trade, tra cui, come stabilito dal sistema europeo per lo scambio di quote di emissione di gas serra (EU ETS), rientrano il settore della generazione di energia elettrica da fonti fossili e parte del settore manifatturiero, e settori che non fanno parte dell’EU ETS, come, ad esempio, il settore dei trasporti.

Date queste caratteristiche, GEEM può essere impiegato per analizzare la risposta dell’economia ad una varietà di shock standard e ad interventi di policy (ad esempio cambiamenti tecnologici, riduzione dei markups, riforme fiscali) tenendo conto dello specifico regime di politica ambientale vigente. Questo rappresenta un punto di forza significativo del modello e ne evidenzia la flessibilità.

GEEM consente di analizzare approfonditamente l’impatto macroeconomico delle politiche climatiche ed energetiche volte a ridurre le emissioni di gas serra e/o ad indurre un maggior uso delle fonti energetiche low-carbon. Inoltre, è possibile verificare l’effetto di differenti shocks e la performance degli interventi di policy predisposti in ambiti differenti, indipendentemente dagli strumenti di politica climatica ed energetica disponibili ed effettivamente usati dal policy maker.

Grazie a questa struttura, i risultati ottenuti dalle simulazioni del GEEM sono consistenti e comparabili con quelli ottenuti dai principali modelli DGE adottati dalla Commissione Europea per condurre le valutazioni di politica economica e l’impatto delle riforme strutturali (vedi tra gli altri Ratto et al. 2009, Annicchiarico et al. 2013).

La metodologia utilizzata per la definizione di questo modello è basata sui recenti sviluppi della letteratura macroeconomica in materia ambientale che utilizza i DGE per valutare l’impatto di differenti politiche climatiche ed energetiche sull’attività economica (vedi tra gli altri, Annicchiarico and Di Dio (2015), Angelopoulos et al. (2013), Heutel (2012) and Fischer and Springborn (2011).